Introduzione (di Robert Desnos) Possiedo una stella marina (di quale oceano?), comprata da un rigattiere ebreo in Rue des Rosiers, che è la vera personificazione di un amore perduto, totalmente perduto, di cui probabilmente non avrei conservato questo ricordo emozionale senza di lei. Sotto la sua influenza scrissi, nella forma più appropriata per le apparizioni e i fantasmi di un copione, ciò che Man Ray ed io consideriamo una poesia semplice come l'amore, semplice come un buongiorno, semplice e terribile come un addio. Solo Man Ray poteva concepire gli spettri che, emergendo dalla carta e dalla celluloide, dovevano incarnare, nelle sembianze del mio caro André de la Rivière e dell’eccitante Kiki, l'azione spontanea e tragica di un'avventura nata nella realtà e continuata in un sogno. Affidai il manoscritto a Man e partii per un viaggio. Al mio ritorno, il film era finito. Grazie a operazioni oscure, attraverso le quali elaborò un'alchimia delle apparenze, e invenzioni che devono meno alla scienza che all'ispirazione, Man Ray aveva costruito un territorio che non apparteneva più né completamente a me né a lui...

Com’è bella Dopotutto Se i fiori fossero di vetro Bella, bella come un fiore di vetro Bella come un fiore di carne Non sto sognando! Bella come un fiore di fuoco Muri del Manicomio Com’era bella “allora” Com’è bella “ora”."**